Da un paio d’anni a questa parte c’è una parola che, da termine tecnico per addetti ai lavori, è entrata a far parte del lessico comune, per definire uno dei parametri utilizzati come “termometro” della crisi finanziaria ed economica: lo spread.
In questo scenario ne sentiremo ancora parlare spesso, quale componente critica nella determinazione della spesa pubblica e dei costi dei finanziamenti ai privati. Nonostante ciò, molti – anche politici, rappresentanti istituzionali, imprenditori, media – lo citano a sproposito o ne minimizzano la portata, ne parlano in maniera approssimativa ed esclusivamente in riferimento al tasso d’interesse su titoli di stato a 10 anni.
Cerchiamo dunque di chiarirne il semplice concetto, senza addentrarci in un ambito troppo tecnico.